La sicurezza fisica di un’azienda o istituzione è assicurata da tanti piccoli e grandi tasselli che devono dialogare tra di loro e con un sistema centrale in modo da garantire la perfetta efficienza di un intero “ecosistema” di hardware e software capace di svolgere compiti che vanno dalla videosorveglianza agli allarmi antintrusione, passando per il controllo degli accessi. Tali sistemi sono spesso eterogenei in molte aziende, approntati da installatori e fornitori che si sono alternati nel tempo e con i quali capita anche di non essere più in contatto. Anche se tutto sembra andare per il meglio, è solo in caso di attacco o intrusione che i sistemi di sicurezza “lasciati andare” svelano i loro punti deboli. Ma è troppo tardi, nella maggior parte dei casi. Senza contare che le modifiche sulla legislazione e sulle normative tecniche sono ricorrenti e non è detto che un impianto che all’atto della sua realizzazione era a norma lo sia ancora oggi.
Manutenzione e integrazione
In questo scenario ricorrente ci sono due fattori che è bene considerare come fondamentali per la sicurezza fisica: la manutenzione ordinaria e straordinaria dei software di gestione e dell’hardware di controllo, dalle telecamere a tutti i sensori presenti fisicamente nei locali da controllare, e il ricorso a un partner per la sicurezza che abbia una visione di insieme di tutte le possibili soluzioni implementabili e implementate e possa assumersi il ruolo forte di “system integrator per la sicurezza”. Tra l’altro la normativa attuale è piuttosto severa anche sulla necessaria manutenzione dei sistemi. Ad esempio, le norme CEI 79/3 e CEI 79-2 su impianti e apparecchiature antintrusione e antifurto stabiliscono l’obbligatorietà di controlli di manutenzione ogni sei mesi. Un po’ come accade per i sistemi antincendio, per i quali però la manutenzione programmata è una pratica consolidata al contrario di quanto avviene per i sistemi di sicurezza che hanno altrettanto bisogno di periodiche verifiche a componenti soggetti a guasti e malfunzionamenti come i rilevatori volumetrici o a contatto, le sirene, le batterie di alimentazione e così via. Con il vantaggio che la manutenzione della sicurezza può essere fatta in buona parte da remoto in maniera continuativa.
Il ruolo di Cogen
In questo contesto può fare la differenza l’attività di aziende specializzate proprio nella gestione integrata della sicurezza fisica. Come Cogen, ad esempio. E una società che opera all’insegna della Security 4.0 e dell’interoperabilità, offrendo servizi di consulenza, progettazione, assistenza e manutenzione su impianti integrati di sicurezza che spaziano dalla videosorveglianza all’antintrusione, affidandosi a tecnologie sempre più affinate basate su cloud computing, edge computing e intelligenza artificiale. «Nella nostra azienda – spiega Gianluca Pagani di Cogen – sistemisti, sviluppatori, impiantisti e manutentori operano in team per creare sistemi integrati di sicurezza e per consentire ai nostri clienti soluzioni innovative, gestite da un partner unico in grado di assumersi la totale responsabilità. Un reparto tecnico con operatività capillare e contratti di servizio modulabili garantiscono agli utenti il giusto rapporto tra efficacia del servizio e implementazione puntuale a seconda del bisogno».