È notte e l’azienda è chiusa. È in funzione un sistema per il controllo degli accessi, secondo il quale nessuna persona è attualmente presente al suo interno. Anche per il sistema antintrusione non c’è nessun problema. Ma va tutto bene veramente? Nell’era precedente ci si doveva accontentare di sistemi che spesso non parlavano tra di loro e dell’esperienza e sensibilità degli operatori di vigilanza.
Oggi però è cambiato tutto, a voler sfruttare pienamente le nuove possibilità derivanti dalla digitalizzazione e dall’applicazione sapiente dell’intelligenza artificiale. In quell’azienda, apparentemente inviolata, si è però verificato un fatto banale che è stato ovviamente ignorato dai sistemi antintrusione e di controllo accessi: si è attivato un dispositivo IoT, una lampadina, in uno degli uffici.
Per fortuna quell’azienda si era dotata di una piattaforma tecnologica dedicata alla sicurezza fisica basata sull’intelligenza artificiale che è stata in grado di correlare eventi provenienti da fonti eterogenee, fare un’analisi situazionale completa grazie a video-analisi e machine learning e individuare automaticamente l’anomalia.
L’intelligenza artificiale nella security
“È necessario sfruttare – spiega Gianluigi Pagani di Cogen, società specializzata in sistemi di sicurezza integrati che con Neosperience ha creato la piattaforma Neoscogen proprio per innovare la security attraverso l’intelligenza artificiale – il contributo che digitalizzazione e AI possono produrre analizzando grandi quantità di dati per mettere in sicurezza aziende, enti pubblici e città proteggendo persone, ambienti, asset materiali e digitali, reputazione e asset da atti criminali o vandalici, incidenti, eventi naturali, colposi o dolosi”.
È questa la Security 4.0. Gli obiettivi della sicurezza al tempo dell’Industria 4.0 sono, sulla chiari: fare più cose e meglio, a parità o con minore risorse e con maggiore comfort operativo. Un obiettivo raggiungibile sfruttando tre leve fondamentali: la digitalizzazione per aumentare la produzione di dati, API (set di definizioni e protocolli con i quali vengono realizzati e integrati software applicativi) per renderli condivisibili e intelligenza artificiale per valorizzarli.
“In quest’ottica – aggiunge Pagani – è possibile ampliare la disponibilità dei dati grazie a sensori, dispositivi, applicazioni, sistemi e dispositivi IoT che devono essere totalmente aperti e basati su API pubbliche senza alcuna protezione commerciale”.
Una piattaforma di gestione unificata
I dati raccolti devono essere fruibili in una piattaforma di gestione unificata capace di far dialogare sistemi differenti tra di loro e che è l’elemento chiave per rendere fruibili i vantaggi portati dalla trasformazione digitale. E qui entrano in gioco strumenti come Neoscogen AI-Driven Security & Safety Platform, la prima piattaforma tecnologica dedicata alla sicurezza fisica basata sull’intelligenza artificiale.
Neoscogen è rivolta alle organizzazioni che vogliono proteggere persone ambienti, beni materiali e digitali e rendere automatica l’individuazione dei rischi a partire dai dati provenienti dai dispositivi. Questa piattaforma è stata concepita per raggruppare una gamma completa di funzioni per rilevare e gestire in modo automatico gli incidenti.